Uno Chenin paradigmatico, molto elegante e persistente. Da terreni di Calcare e Argilla. Naso etereo e avvolgente rimanda a foglie e mandorla amara. In bocca, caldo in entrata con sentori di miele di corbezzolo e erbe aromatiche sul finale.
Dalla Touraine, Loira, Borgo di Belle Corix, vini ottenuti da vigneti Chenin Blanc, Grolleau, Côt e Cabernet Franc in biologico e biodinamico. Trentacinque ettari su terreni calcarei ricchi di argille brune e rosse, nessuna chimica, affinamenti in barrique usate e nessuna filtrazione. La tenuta di Château de La Roche En Loire, sviluppata attorno ad un castello del XVI secolo, si trova in Loria, nei pressi del borgo di Belle Croix, lungo il cammino che porta da Chinon a Tours. Luoghi ricchi di fascino e tradizione storica, legati in particolare alla figura di Giovanna d’Arco. Con i suoi 35 ettari di terreno, Château de La Roche domina le valli della Loira e dell’Indre. Fornitori delle corti di Versailles e Parigi, da sempre una parte della proprietà è stata adibita a vigneto. Alla fine del XVIII secolo la cantina è stata oggetto di importanti lavori, ed equipaggiata con due presse a vite verticale, una delle quali utilizzata ancora oggi. Il terreno è composto prevalentemente da calcare e argille brune e rosse (silex), che donano ai vini una caratteristica nota di pietra focaia. Tutta la tenuta presenta una ricca biodiversità, grazie ad un ecosistema composto da foresta, frutteti, coltivazioni di ortaggi e cereali, e vigneti. Le vigne sono affidate alle cure di Louis-Jean Sylvos, che dal 2002 opera in regime di viticoltura Biologica e Biodinamica certificata Ecocert. Disposti in diverse parcelle per una superficie vitata complessiva di circa 6 ettari, i vigneti sono allevati prevalentemente a Chenin Blanc (4 ha), Grolleau (1 ha), Côt (0,5 ha) e Cabernet Franc (0,5 ha). Tra i filari non viene praticato alcun diserbo, e solo di tanto in tanto il terreno viene leggermente dissodato. Dopo la vendemmia manuale, le uve vengono conferite alla cantina. La vinificazione avviene nel modo meno interventista possibile, con fermentazioni spontanee a bassa temperatura e affinamenti in barrique di quercia usate, senza alcuna filtrazione.
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